MURO DI CONFINE
I muri sono quelli di una ventina di cimiteri di paese, che Marzia Gazzea ha fotografato, per molte sere di seguito, all’inizio dell’autunno 2021.Il confine, apparentemente netto, materiale, definitivo, è un confine fisico, evidentemente, ma anche metaforico e spirituale. Ciò che dà significato e anima al lavoro, è il gioco straordinario tra gli effetti di luce, spesso inattesi, a volte sorprendenti, non voluti – e, in seguito, cercati – e la sensibilità artistica dell’autrice, suggestionata da impressioni serali di nuvole in un contesto particolare. Lo stupore iniziale, il turbamento ma anche la meraviglia, è ciò che la fotografa ha voluto trasmettere attraverso le immagini e l’interpretazione artistica. Con l’intenzione, anche, di andare oltre la mestizia, adottando uno sguardo riflessivo e curioso, disposto alla bellezza. Gli scatti, fatti con un cellulare, traggono dal mezzo la loro forza, amplificata dalla stampa: i pixel si spalmano sulla carta cotone con morbidezza pittorica, le colorazioni surreali non rimpiangono ottiche più raffinate, che non avrebbero saputo renderle così moderne ed espressive. Volutamente sgranate, le immagini ci parlano di qualcosa di indefinito, poco nitido perché la ragione non può coglierlo; vicino, eppure al di là della nostra portata. Oltre.
Piera Lombardo C.F.O